Quali obiettivi per il paesaggio? - FP Nature and Landscape Photography

FELICE PLACENTI
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Quali obiettivi

per il paesaggio?



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paesaggio



Introduzione

Recentemente mi è capitato di rispondere ad alcune domande incentrate sugli obiettivi più adatti alla fotografia di paesaggio. Domande del tipo: "Quale obiettivo dovrei comprare per il paesaggio?", "Considerato che mi piace fotografare paesaggi, qual è l'obiettivo più adatto per una reflex APS-C?", ecc.

In questo articolo proverò a sfatare alcuni miti e a demolire alcune certezze dure a morire! Partirò dal concetto stesso di fotografia paesaggistica e cercherò di spiegare con esempi pratici il mio punto di vista.
Sarà un articolo breve, quindi, se siete pronti, mettetevi comodi e concedetevi qualche minuto di lettura.



La fotografia paesaggistica

La fotografia paesaggistica rappresenta il genere fotografico più praticato in assoluto. Quest'ampia diffusione è dovuta al fatto che il paesaggio è l'elemento che più di ogni altro rappresenta e caratterizza il mondo che ci circonda, si lega ai nostri ricordi e li fissa. Il paesaggio è ovunque, sempre. Si può dire che costituisce una costante della nostra vita.

Ma proprio per questa sua diffusione e per queste sue caratteristiche, sulla fotografia di paesaggio sono nati molti luoghi comuni: è facile, deve rappresentare fedelmente ciò che vedono i nostri occhi, deve essere spettacolare, ecc.

Per molti fotografi fare fotografia paesaggistica significa inquadrare un panorama e scattare: facile, no?
Ma allora, mi chiedo, la luce giusta, la pianificazione, l'attesa del momento migliore, dove li mettiamo?

Poi ci sono i "puritani" della fotografia: sono quelli che scattano in jpg perché l'immagine non si deve postprodurre; ma non hanno capito che scattare in jpg significa lasciar fare pesanti elaborazioni al processore della macchina fotografica! In pratica fanno fare il lavoro sporco alla macchina fotografica, pensando di rimanere con la coscienza pulita. In realtà possiamo considerarli i mandanti di un'elaborazione pesante e, a volte, sconclusionata!

Infine ci sono i fotografi che puntano sulla spettacolarità: fotografie fatte in chiave "acchiappa like" perché queste foto fanno presa sulle masse (e su questo hanno perfettamente ragione).

La fotografia paesaggistica "vera" è tutt'altra cosa! Potrei definirla uno stile di vita in cui il fotografo, per prima cosa, legge un territorio, così come leggerebbe un libro, alla ricerca di tutti quegli elementi che lo caratterizzano, al fine di percepirne il carattere, l'essenza, provare sensazioni e vivere emozioni, per poi arrivare a cristallizzare il tutto in una o più immagini capaci di raccontare qualcosa, di esprimere sentimenti, di suscitare emozioni, ecc.

Capite bene, quindi, che ottenere questi risultati non è affatto facile! Mi propongo di scrivere a breve un articolo sulla fotografia di paesaggio, per dare qualche consiglio e una sorta di orientamento per chi volesse intraprendere questa strada. Nel frattempo, con questo articolo vi anticipo che non esistono formule magiche o attrezzature indispensabili.


obiettivi



La composizione e il racconto

Alla base di tutto c'è la composizione, che deve essere capace di far "gustare" la fotografia. Una composizione azzeccata rende la foto più leggibile e godibile. Gli elementi che rientrano nella composizione si possono considerare come le parole di un testo, quindi, affinché questi elementi possano stare all'interno della composizione è necessario che abbiano un senso e che siano capaci di esprimere ciò che il fotografo sente di raccontare.

Non si tratta solo di rispettare o trasgredire le regole di composizione. Le regole ci suggeriscono dove devono stare gli elementi della composizione, ma è il fotografo che deve saper scegliere questi elementi, così come deve essere in grado di scegliere gli opportuni parametri di esposizione.

La posizione da cui decide di scattare una foto e la lunghezza focale con cui decide di comporre la scena, consentono al fotografo di scegliere o scartare gli elementi che rientreranno nella composizione.

Ma non si tratta solo di decidere quali elementi inserire nella composizione! Come ho già detto, la fotografia deve raccontare, d'altronde "fotografare" significa "scrivere con la luce". E' in questa direzione che va il fotografo tutte le volte che sceglie se fotografare una vasta porzione di paesaggio o se stringere la composizione su un dettaglio o su pochi elementi, per una fotografia più "intima".

E' in queste fasi di studio della composizione che l'obiettivo da usare acquista un'importanza strategica. Ed è in questa fase che, sovente, nascono i quesiti riportati nell'introduzione. In sintesi: quali obiettivi sono più adatti alla fotografia di paesaggio?


In merito alla composizionepuoi leggere il mio tutorial: La Composizione Fotografica (disponibile anche l'eBook in pdf)



Gli obiettivi

La risposta è che non esistono obiettivi più adatti e obiettivi meno adatti al paesaggio!
E i motivi sono molto semplici.

Se vogliamo fotografare ampie vedute, allora dobbiamo usare un grandangolo. Se vogliamo isolare un dettaglio lontano, allora dobbiamo usare un teleobiettivo!
Poiché la casistica è letteralmente infinita, il paesaggista si ritrova a fotografare con qualunque lunghezza focale.

Semmai ci si dovrebbe soffermare su alcuni aspetti pratici. E' assodato, per esempio, che sarebbe impossibile andare in giro con un parco obiettivi a focale fissa capace di coprire qualunque lunghezza focale: servirebbero decine di obiettivi! Inoltre, la scelta dell'angolo di campo, e quindi della lunghezza focale, dipende dalle dimensioni del sensore, cioè dal fattore di ritaglio.



FORMATO DEL SENSORE

MARCAFATTORE DI RITAGLIO (CROP)
O EQUIVALENZA
Full frameTutte1
APS-C
Canon
Sigma
1.6
APS-C
Fujifilm
Leica
Nikon
Pentax
Sony
1.5
4/3
Olympus
Panasonic
2
La tabella elenca i fattori di ritaglio dei diversi formati di sensore.
La lunghezza focale di un obiettivo non varia al variare delle dimensioni del sensore, ma rimane invariata.
Ciò che cambia è l'angolo di campo: il sensore di formato ridotto copre un angolo di campo inferiore a quello coperto dal sensore full frame.
Ecco perché si parla di fattore di "ritaglio" o di "crop".


Non ultimo, ci sarebbe da considerare anche l'effetto prodotto da ogni lunghezza focale.

Sotto il profilo della praticità, è più conveniente portare con sé pochi obiettivi, puntando su un paio di zoom e qualche obiettivo particolare, come un grandangolo spinto e un tele medio/lungo.
A tal proposito, e solo per fare un esempio, molti paesaggisti usano la classica coppia di zoom 24-70 mm e 70-200 mm, il classico grandangolo da 14 mm e il tele da 300 mm.
Inoltre, grazie al fatto che i paesaggi non si muovono e, quindi, è possibile usare tempi di posa meno veloci, per limitare pesi e ingombri si possono scartare le ottiche ultra luminose. Questa scelta influisce positivamente anche sull'acquisto dei filtri (un ottica più luminosa richiede filtri di dimensioni maggiori).
Certamente le ottiche fisse offrono una resa superiore agli zoom.

Chi possiede fotocamere con sensore APS-C o Quattro Terzi, nella scelta delle lunghezze focali deve tenere conto del fattore di crop. L'obiettivo da 14 mm si comporta come un grandangolo spinto solo se montato su una full frame. Invece su un APS-C (per esempio Nikon) si comporta come un grandangolo da 21 mm (14 moltiplicato per 1.5). Per avere lo stesso angolo di campo che il 14 mm garantisce su una full frame, si dovrà usare un obiettivo da circa 9 mm (14 diviso 1.5).
Per contro, il 300 mm si comporterà su un APS-C come un 450 mm.

Circa gli effetti delle diverse lunghezze focali, è noto come il super grandangolo rimpicciolisca tutto e deformi le immagini ai bordi, o come il teleobiettivo medio, e ancor più quello lungo, comprima i piani.
Si tratta di effetti che, a seconda dei casi, possono rivelarsi positivi o negativi ai fini del risultato finale.



Un consiglio

Le semplici e brevi considerazioni che ho appena riportato ci fanno capire che non esiste la focale più adatta al paesaggio. Personalmente uso un 14 mm, un 200 mm e uno zoom 24-105 mm. Di tanto in tanto uso il 500 mm. Con lo zoom non ho una focale privilegiata ma mi ritrovo a usarle tutte a seconda delle circostanze.

Diffidate da chi vi dice che un paesaggista non possa fare a meno del grandangolare spino. Diffidate pure da chi vi assicura che per il paesaggio non serve il teleobiettivo.

Prima di concludere mi sento di dare un consiglio: sul paesaggio imparate a sfruttare le lunghezze focali di cui disponete. Prima di acquistare nuovi obiettivi, a meno che non abbiate particolari esigenze, provate a fotografare con ciò che avete già: ogni focale ha delle potenzialità infinite, anche la cosiddetta focale normale (45-50 mm per il full frame, 28-35 mm per l'APS-C).
Vedrete che non solo riuscirete a realizzare belle foto di paesaggio, ma svilupperete anche delle ottime capacità creative.

Vi lascio con diciotto esempi fotografici commentati.

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grandangolo spinto
Parco Naturale dei Monti Nebrodi
Samyang 14 mm f2.8 ED AS IF UMC (manuale) su full frame
Il punto di ripresa vicinissimo al piccolo albero contorto mi ha permesso di ottenere due distinti piani che conferiscono profondità e tridimensionalità alla composizione


grandangolo spinto
Parco Naturale dei Monti Nebrodi
Samyang 14 mm f2.8 ED AS IF UMC (manuale) su full frame
I grandangoli hanno di per sé una profondità di campo molto estesa. Il 14 mm mi ha consentito di avere a fuoco quasi tutto. Gli alberi sullo sfondo in alto sono un poco sfuocati ma, essendo avvolti dalla nebbia, la sfocatura non si nota


grandangolo
Etna - Pista altomontana nella Faggeta Timparossa
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 24 mm su full frame
La focale di 24 mm ha su una full frame un angolo di campo molto ampio. Rispetto a focali molto più corte, le deformazioni sono molto contenute, praticamente invisibili


grandangolo
Costa siracusana di Ognina, sul Mar Ionio
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 24 mm su full frame
A 24 mm su full frame le vedute sono ancora molto ampie e la profondità di campo rimane abbastanza estesa


grandangolo
Etna - Zona di Monte Nero, versante settentrionale
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 28 mm su full frame
Una focale di 28 mm è considerata ancora una buona focale grandangolare (in passato i grandangoli da 28 mm erano molto diffusi). La profondità di campo rimane ancora molto estesa e i dettagli non si rimpiccioliscono molto


grandangolo
Spiaggia della Marchesa - Avola (SR), sul Mar Ionio
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 35 mm su full frame
La focale di 35 mm su full frame comincia a offrire una veduta che si avvicina a quella dei nostri occhi, senza restringere troppo la visuale


grandangolo
Monti Erei - Calanchi
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 35 mm su full frame
Come detto sopra, la focale di 35 mm su full frame mantiene ancora una visuale sufficientemente ampia, senza dover indietreggiare molto rispetto al soggetto. Questa caratteristica mi ha permesso di infondere un senso di vastità alla composizione restringendo, al contempo, sui calanchi


tra grandangolo e normale
Etna - Pista altomontana nella Pineta di Linguaglossa
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 40 mm su full frame
La focale di 40 mm su full frame offre una veduta molto avvicina a quella dei nostri occhi. L'effetto è abbastanza realistico


normale
Castello di Gresti (Pietratagliata) - Monti Erei
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 45 mm su full frame
La focale di 45 mm su full frame può considerarsi una focale "normale". La visuale è simile a quella che inquadrano i nostri occhi o, per lo meno, simile a quella su cui si concentra la nostra vista


normale
Etna - Pista per i crateri sommitali
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 58 mm su full frame
Solitamente al di sopra dei 50-55 mm si incomincia a parlare di teleobiettivi corti. Tuttavia, la focale di 58 mm su full frame si può ancora definire "normale"


tele corto
Etna - Versante nord/orientale
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 65 mm su full frame
I 65 mm su cui ho regolato lo zoom possono definirsi una focale da "tele corto". A questa focale ho potuto isolare i pini larici parzialmente carbonizzati

tele corto
Valle del Tellaro - Monti Iblei
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 88 mm su full frame
Gli 88 mm abbinati alla mia full frame mi hanno consentito di inquadrare correttamente questo paesaggio molto vasto. Una focale più corta avrebbe dato sicuramente un maggior senso di vastità, ma avrebbe rimpicciolito troppo i dettagli della Valle, cancellando le trame dei campi coltivati e degli arboreti che caratterizzano la vocazione agropastorale della Valle


tele medio-corto
Etna - Versante settentrionale
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 105 mm su full frame
105 mm su full frame si comportano, come da definizione, da tele medio/corto e consentono di "avvicinare" i soggetti del paesaggio


tele medio-corto
Parco Naturale delle Madonie
Canon EF 24-105 mm f/4 L IS USM a 105 mm su full frame
Una focale più corta avrebbe fatto perdere importanza ai dettagli della montagna innevata, invece una focale più lunga avrebbe ristretto troppo!



tele medio
Etna, cratere di sud-est
Canon EF 200 mm f/2.8 L II USM su full frame
Col 200 mm ho potuto isolare il cratere, includendo nella scena anche elementi di paesaggio ben più vicini


tele medio
Monti Iblei
Canon EF 200 mm f/2.8 L II USM su full frame
Un'altra foto fatta col 200 mm per dimostrare quanto versatile possa essere un tele medio sul paesaggio


tele medio
Valle dell'Anapo
Canon EF 200 mm f/2.8 L II USM su full frame
Col 200 mm ho potuto isolare la vecchia e dismessa Stazione Giambra in fondo alla Valle, mantenendo un senso di profondità grazie anche alla separazione tra il primo piano e lo sfondo


tele lungo
Valle dell'Anapo
Zenit 500 mm f/8 MC 3M-5CA (manuale) su full frame
Per finire una foto fatta col 500 mm (tele lungo) per isolare totalmente la vecchia Stazione Giambra della foto precedente, più o meno dalla stessa postazione

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