La mia attrezzatura per fotomicrografia - Terza parte - FP Nature and Landscape Photography

FELICE PLACENTI
Vai ai contenuti

La mia attrezzatura

per fotomicrografia

Terza parte


© Felice Placenti - All rights reserved. Tutti i diritti sono riservati.
E' vietato riprodurre, anche solo parzialmente, anche citando la fonte, il contenuto di questa pagina.


vetreria

Premessa

Ho scritto questo articolo un paio di anni fa circa. Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti e oggi mi dedico alla microscopia in maniera professionale, dovendo realizzare servizi fotografici per aziende. Ho deciso, quindi, di aggiornare questa pagina con le ultime attrezzature acquistate e di renderla ancora più completa descrivendo anche una parte delle attrezzature che, pur non essendo usate per fotografare, rappresentano un importante ausilio propedeutico alla realizzazione delle fotomicrografie.

Per renderne più agevole la lettura, l'articolo è stato suddiviso in tre pagine:



cilindri graduati
Cilindri graduati
Becher e bacchette di vetro
Becher e bacchette di vetro
beute
Beute
Il laboratorio per le preparazioni

Evito di girarci intorno: fare fotomicrografia non significa solo disporre di un microscopio e di un apparecchio di ripresa! Sì, è vero che molti soggetti non necessitano di alcuna preparazione particolare, ma è altrettanto vero che il mondo dell'infinitamente piccolo è talmente nascosto alla nostra vista che, il più delle volte, per renderlo palese occorre sottoporre i campioni da osservare e/o fotografare a preparazioni specifiche e a volte estremamente laboriose!

C'è, per esempio, il problema della conservazione dei campioni. Infatti, non sempre è possibile fotografare immediatamente il materiale che si è raccolto in campagna o che il cliente ci ha spedito! Occorre, allora, conservarlo nella maniera opportuna affinché non si alteri per processi di ossidazione, putrefazione, ecc.

Sempre a tal proposito, ti dico che i microrganismi acquatici sono molto sensibili alle variazioni dei parametri chimico-fisici dell'acqua. Una volta raccolti e conservati in un contenitore (boccia, acquario, flaconi vari, ecc.), le percentuali degli elementi chimici, la concentrazione di ossigeno, il pH, la temperatura e molteplici altri parametri incidono profondamente sulla popolazione delle infinite specie che popolano quelle piccole raccolte d'acqua (si chiamano colture). Il risultato è che nell'arco di pochi giorni alcune specie prendono il sopravvento, altre scompaiono, mentre si assiste a un notevole sviluppo di ceppi batterici! Anche in questo caso è necessario intervenire prima che sia troppo tardi. La regola aurea è quella di osservare, studiare e fotografare nel più breve tempo possibile i microrganismi raccolti. Non potendolo fare, si mettono in campo alcune strategie che possono in qualche modo aiutare a mantenere in vita il più possibile le diverse specie.
Innanzi tutto le colture vanno tenute al riparo dalla luce solare diretta e alla giusta temperatura. Per quanto possibile si opera una prima selezione delle specie di maggiore interesse (quelle che vuoi fotografare), separandole dalle altre. In pratica si preparano diverse colture, una per ogni specie di interesse. Non usare mai l'acqua del rubinetto, poiché trattata con cloro e altre sostanze usate per la disinfezione delle acque pubbliche; meglio usare la stessa acqua in cui sono state raccolte (basta farne una piccola scorta). L'acqua di rubinetto la puoi usare solo dopo averla fatta riposare per un paio di giorni, in modo da dare al cloro il tempo di combinarsi col "materiale" organico presente nell'acqua. Alle specie non dovrà mancare la giusta alimentazione (luce, per le alghe).

Tra le preparazioni più laboriose e che comportano anche una grande percentuale di fallimenti, ci sono le sezioni vegetali: si tratta, in buona sostanza, di affettare le parti di una pianta, facendo in modo che le fettine abbiano uno spessore pari a quello di una o due cellule, quindi uno spessore complessivo che va da qualche micron a 20÷30 micron. Le fettine sono talmente sottili da apparire trasparenti!
La preparazione delle sezioni vegetali comporta tutta una serie di trattamenti. Ne indico alcuni:

  • fissazione (per evitare la putrefazione, che inizierebbe dopo pochi minuti)
  • decolorazione (se le fettine sono naturalmente colorate)
  • distruzione del contenuto cellulare (eventuale)
  • colorazione selettiva (per mettere in evidenza le diverse parti o specifiche sostanze, come l'amido, la cellulosa, ecc.)
  • decolorazione (eventuale, per ridurre una colorazione artificiale eccessiva)
  • disidratazione (eventuale)
  • inclusione nella paraffina fusa (eventuale), oppure:
  • inclusione in un pezzo di midollo di sambuco (o nel polistirolo espanso ad alta densità, o in un pezzo di carota, ecc.)
  • taglio di precisione
  • rimozione della paraffina (se è stata fatta l'inclusione in paraffina)
  • montaggio sul vetrino portaoggetti in apposito "montante"
  • copertura con vetrino coprioggetti

Inoltre, quando si usano sostanze chimiche, fra un trattamento e l'altro è necessario fare un lavaggio, generalmente con acqua (in teoria, dovrebbe essere distillata).

Come puoi immaginare, per realizzare tutti questi trattamenti (ma ce ne sono anche altri) servono attrezzature, sostanze chimiche e, ultimo ma non meno importante, un buon bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche.

Quindi, per ottenere risultati di qualità non puoi improvvisarti fotomicrografo, né tanto meno microscopista! Serve preparazione, è necessario conoscere le tecniche di microscopia e i protocolli di preparazione dei campioni, occorre avere un minimo di sostanze chimiche (i cosiddetti reagenti) e un minimo di attrezzature da laboratorio. Ovviamente bisogna saper usare sia le attrezzature sia le sostanze. Alcune delle une e delle altre, poi, sono pericolose (tossiche, corrosive, cancerogene, infiammabili, taglienti, ecc.), quindi ne deriva l'assoluta necessità di avere un'adeguata preparazione in merito alla loro manipolazione e alla loro conservazione.

Se l'attività di microscopia e fotomicrografia è svolta per hobby, all'inizio, oltre ai classici vetrini portaoggetti e coprioggetti, ti può andare bene qualche attrezzo di uso casalingo, come i misurini, i cucchiaini, le siringhe, pinzette varie, lamette da barba, ecc. Stessa cosa si può dire per le sostanze, spesso presenti in casa o facilmente acquistabili, come la candeggina, l'alcool etilico denaturato, l'alcool etilico puro (quello per fare i liquori), la glicerina pura, l'ammoniaca, l'acido cloridrico, alcuni coloranti venduti in farmacia come disinfettanti (eosina, tintura di iodio, fucsina fenicata, violetto di genziana), altri coloranti venduti come disinfettanti per pesci nei negozi per acquari (blu di metilene, verde malachite) o, per colorare dolci, nei supermercati (carminio E120, blu patent E131, curcuma E100, quest'ultima venduta anche in polvere come spezia). L'elenco sarebbe lungo, ma preferisco fermarmi qui!


coloranti


Non ti posso nascondere, però, che alcune vere attrezzature da laboratorio ti possono semplificare notevolmente il lavoro e che altre possono consentirti di raggiungere risultati altrimenti impensabili!
Per esempio, uso correntemente becher, cilindri graduati e beute in vetro di diverse capacità, imbuti di vetro, sostegni, pipette di vetro, pipette usa e getta di plastica, provette di vetro, capsule di Petri, carta da filtro, mortaio con pestello, flaconi e recipienti di vetro di varie tipologie e capacità, bacchette di vetro, lampada ad alcool, spruzzette, tubi di gomma e di vetro, ecc., ecc.
Si tratta di attrezzature che mi consentono di preparare, sperimentare, ottenere risultati apprezzabili ed esteticamente belli, trovare soluzioni alle richieste dei clienti e soddisfarli.

Ma accanto a tutto questo non possono mancare la lettura e lo studio sui libri di microscopia, le ricerche su Internet, i consigli degli esperti... Tutta "roba" che ti consente di acquisire un bagaglio di conoscenze indispensabile non solo per praticare la microscopia ma anche per fare fotomicrografia.


libri di microscopia
Alcuni libri di microscopia o che trattano di microscopia.
In basso a destra il libriccino a corredo del mitico Microscopio Max (un giocattolo): è stato il mio primo libro di esperimenti, ed erano gli anni delle scuole elementari.
Purtroppo la maggior parte delle pubblicazioni specialistiche di microscopia è in lingua straniera!


Sezione trasversale del fusto di Ortica.
Colorata con coloranti per microscopia.
Illuminazione in campo chiaro secondo Köhler.
Sezione trasversale di Pino.
Colorazione con colorante per microscopia.
Illuminazione obliqua.
Sezione trasversale di Pino
microscopi
Campionamenti

Tra i miei soggetti preferiti ci sono i microrganismi acquatici. Starei per delle ore a esplorare l'incredibile varietà di forme viventi presenti in una goccia di acqua stagnante!
Procurarsi queste piccole e graziose creaturine non è affatto difficile: basta trovare dell'acqua stagnante, non necessariamente putrida, per esempio l'acqua ferma nell'ansa di uno stagno o lungo la riva di un fiume, oppure grattare il muschio cresciuto su un muro o sulla corteccia di un albero, ecc.

Il materiale raccolto viene trasportato a casa dentro un contenitore di plastica a chiusura ermetica. Anche questa operazione deve essere fatta ammodo. Se si tratta di un campione d'acqua, per esempio, non devi riempire per intero il contenitore, ma ti devi assicurare che rimanga vuoto per un terzo della sua capacità al fine di consentire gli indispensabili scambi gassosi tra l'aria e l'acqua. Il materiale, di qualunque natura esso sia, non dovrai mai lasciarlo al sole o in luoghi particolarmente caldi.

Con calma potrai osservare e studiare tutto questo materiale una volta giunto a casa. Può capitare, però, che tu voglia trovare delle specie ben precise. In questo caso sarebbe opportuno portare sul campo un piccolo microscopio, anche economico, che ti consenta di verificare il contenuto dei campionamenti fatti. Assieme al microscopio ti servirà anche un minimo di attrezzature da laboratorio: vetrini, retino planctonico, pipette, flaconi, ecc.

Devi sapere che esistono veri e propri microscopi da campo, ma se disponi già di un buon piccolo microscopio, allora puoi usarlo come microscopio da campo facendo, eventualmente, delle modifiche (per esempio convertendo l'alimentazione di rete con l'alimentazione a pile), e preparando un'apposita valigetta al cui interno mettere sia il microscopio sia l'attrezzatura.

Personalmente ho risolto migliorando e trasformando allo scopo un piccolo microscopio già in mio possesso.
Si tratta del Bresser Biolux AL, un microscopio biologico monoculare di discreta fattura meccanica, pensato per iniziare i ragazzi alla microscopia.


microscopi


IL microscopio Bresser Biolux AL

Lo stativo è interamente in metallo. La testa può ruotare di 360°. Il tubo portaoculari è inclinato di 45° e ha un diametro interno atto ad accogliere oculari standard con barilotto da 23 mm.

L'illuminazione è a LED, sia per la luce trasmessa sia per luce luce riflessa (luce incidente).
Il LED per la luce trasmessa è posizionato sulla base dello stativo, al di sotto del tavolino. Il LED per la luce riflessa è posizionato nel braccio portaottiche dello stativo.
Per l'alimentazione si utilizza un trasformatore da 5,5 V cc - 200 mA.

Il tavolino ha dimensioni di 90 x 90 mm con un foro nel quale è montata stabilmente una lente condensatrice.
Al di sotto è fissata una ruota portafiltri in plastica con fermo a scatto.
La ruota presenta sei fori di diverso diametro che, in origine, avrebbero dovuto svolgere la funzione di diaframmi. Cinque di questi fori sono stati impiegati come sede per altrettanti filtri di plastica scadente.
Sul tavolino sono presenti i fori per le classiche molle fermavetrino (non comprese nel kit) e i fori per il montaggio di un meccanismo di traslazione micrometrica (compreso nel kit).

La messa a fuoco avviene mediante due manopole poste su entrambi i lati dello stativo. Le manopole muovono il tavolino in verticale. E' presente la sola messa a fuoco macrometrica che, tutto sommato, è sufficientemente (e piacevolmente) demoltiplicata.

La confezione contiene due oculari:

  • WF 5x
  • WF 16x

I barilotti hanno diametro (non standard!) di 20 mm, quindi non possono essere inseriti direttamente nel portaoculari da 23 mm. Tuttavia nel kit vi è anche una lente di Barlow acromatica che ne consente l'utilizzo, aumentandone l'ingrandimento. Infatti la Barlow ha un barilotto con diametro esterno di 23 mm (come il tubo portaoculari) e un diametro interno di 20 mm (come gli oculari). Purtroppo, in questo modo, gli oculari possono essere usati solo con la Barlow!
Il barilotto della lente di Barlow è graduato in quanto l'ingrandimento varia in base alla posizione di questa all'interno del tubo portaoculari.
Gli oculari riportano la sigla WF (Wide Field), ma non sono nemmeno paragonabili ai veri oculari a grande campo; le distorsioni disturbano non poco!

Sul revolver sono montati tre obiettivi acromatici. Sui barilotti sono riportati solo l'ingrandimento e l'anello colorato in accordo con il codice colori:

  • 4x, anello rosso
  • 10x, anello verde
  • 40x, retrattile, anello blu

Gli obiettivi non rispettano le norme DIN e hanno filettatura di circa 15 mm.

Uno degli accessori più interessanti e utili è certamente il meccanismo di traslazione. Si tratta di un classico guida-oggetti con pinza fermavetrino a "zampa di ragno" e manopole ad asse orizzontale.

Vediamo quali sono gli altri accessori venduti insieme al microscopio:

  1. una pinzetta a punte dritte
  2. due aghi da dissezione
  3. forbici
  4. una pipetta in plastica
  5. uno pseudo microtomo fatto con lametta da barba
  6. flaconcino contenente un mezzo di inclusione per preparati
  7. alcuni vetrini portaoggetto di ottima qualità
  8. alcuni vetrini coprioggetto di pessima qualità
  9. alcuni vetrini preparati
  10. astuccio in plastica per vetrini
  11. copertina antipolvere in plastica
  12. set per l'allevamento dell'artemia salina, composto da:
  • flaconcino contenente le uova
  • flaconcino contenente sale marino
  • flaconcino contenente lievito di birra
  • schiuditoio
  1. oculare PC con sensore CIF da 352 x 288 pixel e cavetto USB (buono per far divertire i bambini)
  2. CD-ROM con il driver per l'oculare PC e un software per l'archiviazione di immagini e video
  3. manuale di istruzioni

Il tutto è contenuto in una bella valigetta rigida, foderata con tessuto nero.
La valigetta ha dimensioni di circa 18 x 21 x 30 cm, si apre dall'alto tramite cerniera lampo. Per il trasporto sono presenti una maniglia nella parte superiore e una cinghia a tracolla che si fissa ai lati.
All'interno della valigetta trovano posto il microscopio e un pratico inserto rigido su cui si possono fissare gli accessori per mezzo di elastici.
Le prime versioni avevano la valigetta in legno, invece nelle versioni attuali è in plastica!

Il microscopio presenta limiti e difetti ma in suo favore giocano anche alcuni pregi.


Limiti

  1. gli obiettivi non sono standardizzati DIN;
  2. gli oculari in dotazione non sono standardizzati e vanno usati necessariamente con la barlow;
  3. il condensatore consiste in una semplice lente fissata nel foro del tavolino;
  4. non possiede diaframmi, se si eccettuano quelli della ruota portafiltri.


Difetti (relativi all'esemplare in mio possesso)

  1. numerosi riflessi interni;
  2. immagini poco contrastate;
  3. parti ottiche, tavolino e sistema di illuminazione per luce trasmessa non allineati;
  4. immagini distorte con l'obiettivo 4x;
  5. movimento di messa a fuoco "ruvido", "granuloso" e a scatti (in certi punti);
  6. superfici ottiche appannate;
  7. meccanismo di traslazione dei vetrini con movimenti "incerti" e con numerosi giochi meccanici.


Pregi

  1. contrariamente ad un giocattolo di plastica può essere migliorato;
  2. ha uno stativo in metallo, sufficientemente robusto;
  3. può accettare oculari standard;
  4. dispone di un comodo meccanismo di traslazione dei vetrini;
  5. può essere alimentato a pile;
  6. dispone di una pratica valigetta;
  7. può essere trasportato ovunque e usato per osservazioni di campagna.

Per poterlo usare come microscopio da campo ho apportato delle modifiche. Queste mi hanno permesso anche di migliorarne le prestazioni:

  1. per prima cosa ho smontato tutte le parti che era possibile smontare;
  2. ho pulito accuratamente tutte le superfici ottiche (prisma della testa monoculare, lente condensatrice, lenti degli obiettivi);
  3. ho pulito, reingrassato e messo a registro il meccanismo di messa a fuoco e il guida-oggetti;
  4. ho rivestito le superfici interne dei tubi, degli obiettivi e del prisma con cartoncino nero e/o carta increspata nera;
  5. ho inserito un diaframma all'interno del tubo;
  6. sfruttando i giochi meccanici ho allineato tutte le parti, compreso il LED per l'illuminazione in luce trasmessa;
  7. ho eliminato l'inutile ruota portafiltri;
  8. ho messo da parte gli oculari di serie e ho applicato un oculare standard 10x, che possedevo già, molto economico ma di qualità nettamente superiore;
  9. ho montato in maniera corretta la lente dell'obiettivo 4x (era stata montata al contrario!);
  10. al di sopra dell'illuminatore per luce trasmessa ho posizionato un sistema ottico che funge da condensatore, purtroppo fisso;
  11. ho dotato il microscopio di un'alimentazione a pile.

Dopo queste modifiche posso garantire che le immagini sono migliorate notevolmente. Ho eliminato i riflessi interni, le immagini sono più contrastate, l'oculare 10x si comporta egregiamente. La messa a fuoco è dolce, fluida e regolare, come i movimenti del guida-oggetti. Le immagini fornite dall'obiettivo 4x sono migliorate moltissimo.
Con lo pseudo condensatore autocostruito ottengo immagini molto più luminose, anche a 400 X, un campo uniformemente illuminato, contrariamente a prima, e immagini più nitide.
Con l'alimentazione a pile posso portare il microscopio con me in campagna.

Di volta in volta preparo la valigetta per le osservazioni di campagna, scegliendo quali attrezzature riporvi in funzione del tipo di osservazioni che desidero fare e del materiale che cerco.
Come anticipato, sostanzialmente utilizzo il kit per la ricerca di microrganismi acquatici, ma il microscopio si dimostra valido anche per l'osservazione di rocce sedimentarie e argille (ricerca di microfossili).

Con la valigetta opportunamente attrezzata posso disporre di un piccolo laboratorio da campo. Vi assicuro che le soddisfazioni non mancano, così come il divertimento...



kit di microscopia da campo
Microscopio, valigetta e accessori per il campionamento delle acque



Spero che queste tre pagine dedicate alle attrezzature che uso per fare fotomicrografia ti siano di aiuto nella scelta di dedicarti a questo genere fotografico. Dalla lettura dei tre articoli avrai capito che non basta avere, o acquistare, un microscopio e la macchina fotografica. Molti soggetti, quasi tutti, richiedono una buona conoscenza della microscopia e una discreta dotazione di attrezzature e sostanze da laboratorio!
Io termino qui, adesso tocca a te...



Vuoi vedere altri immagini che ho realizzato con il microscopio? Vai al portfolio.


SU QUESTO LAVORO

Categoria:
Tecniche e Backstage

Note:
Un articolo in tre parti per descrivere l'attrezzatura che uso per realizzare le fotomicrografie. Questa è la terza parte, dedicata al laboratorio

Quando ho scritto l'articolo:
Gennaio 2024
Se questo articolo ti è piaciuto condividilo con i tuoi amici. Grazie tante.
Torna ai contenuti